Artrosi: conosciamo meglio la patologia e il suo trattamento
Servizi e Specialità • 28 gennaio 2025

L’artrosi è una malattia degenerativa che colpisce l’articolazione nel suo complesso, interessando la capsula articolare, la sinovia la cartilagine e l’osso che si trova sotto la cartilagine.
Insieme al Dott. Marcello Lughi, chirurgo ortopedico, scopriamo di più su questa problematica, cercando di rispondere ad alcune delle domande più comuni, unite ad alcune indicazioni terapeutiche.
In Italia circa il 15% della popolazione soffre di artrosi: le cause più comuni del processo degenerativo includono traumi, sollecitazioni articolari croniche, predisposizione familiare, età avanzata e obesità. La “malattia artrosi” è polidistrettuale, ovvero interessa le articolazioni di varie parti del corpo.
L’artrosi che ha maggiore impatto sulla qualità della vita del paziente è quella del ginocchio e dell’anca.
Il processo degenerativo articolare: come cambia l’articolazione artrosica?
Per rispondere a questa domanda occorre partire dalla comprensione della “normalità” articolare per poi meglio comprendere la patologia “artrosi”. Normalmente in una articolazione sana chi garantisce il benessere della stessa è la cartilagine sana: è liscia, di circa 2-3 mm di spessore, lubrificata dal liquido prodotto dalla membrana sinoviale ricco di acido ialuronico. Nello spessore della cartilagine si trovano in perfetto equilibrio le cellule, le fibre di collagene e di le molecole di acido ialuronico.
Vediamo invece cosa succede nella articolazione artrosica.
La capsula e la membrana sinoviale si infiammano, si ispessiscono, si irrigidiscono complessivamente e viene prodotto meno liquido sinoviale con minor effetto lubrificante. La cartilagine inizia a degenerare, in un processo che procede per fasi. Nelle prime fasi, la cartilagine articolare diventa rugosa, erosa e frammentata. Si verifica una riduzione del numero di cellule, di collagene e di acido ialuronico al suo interno.
Nelle fasi avanzate dell’artrosi la cartilagine scompare più o meno completamente, si espone l’osso che si trova al di sotto della cartilagine stessa e questo reagisce ai carichi diventando sempre più compatto. L’assenza della cartilagine e lo sfregamento osso contro osso nella articolazione artrosica causa riduzione del movimento, versamento e soprattutto dolore.
L’artrosi: una patologia dalle molte sfaccettature
Si è fin qui puntualizzato il carattere evolutivo e la progressione verso forme sempre peggiori di deformazione articolare della “malattia” artrosi.
E’ possibile classificare questa evoluzione con esami dedicati che vanno dalle radiografie del ginocchio in carico fino alla Risonanza magnetica nucleare. Compito del medico è proporre ai pazienti l’esame più appropriato tenendo conto soprattutto della loro età.
Si distinguono vari gradi di processo degenerativo artrosico per ognuno dei quali è indicato un particolare approccio terapeutico.
Trattamento “personalizzato” dell’artrosi in base al grado di degenerazione articolare.
Il principio che deve essere alla base di un programma terapeutico è molto semplice; come esiste una progressione del processo degenerativo così esiste anche una progressività nel trattamento di questa patologia.
Si deve partire, specie nelle fasi iniziali, con il trattamento non chirurgico. Questo si basa sull’utilizzo di:
- Farmaci antinfiammatori e antidolorifici: per alleviare i sintomi da infiammazione articolare, sono validi presidi in qualsiasi grado di artrosi;
- Supplementi specifici: come condroitina, cheratan-solfati per una integrazione a supporto di un danno cartilagineo non avanzato e vitamina D agisce sulla struttura ossea;
- Infiltrazioni di acido ialuronico: ne esistono di diversi “tipi”. Quelli a basso -medio peso molecolare favoriscono la ripresa di produzione di acido ialuronico che in una articolazione artrosica si riduce. Si sfrutta inoltre la sua azione antinfiammatoria. Quelli ad alto peso molecolare fondamentalmente migliorano la lubrificazione articolare e quindi riducono l’irritazione articolare;
- Tecnologie innovative: con la loro azione sull’osso e sulla infiammazione, i campi elettromagnetici pulsati (CEMP) rappresentano una delle terapie fisiche più utilizzate per il trattamento conservativo dell’artrosi;
- OrtoBIOLOGIA: si utilizzano elementi biologici, cellule, per favorire la rigenerazione dei tessuti. Le cellule staminali da grasso, i concentrati di piastrine hanno questa funzione.
In determinati pazienti che soffrono di artrosi, spesso di grado molto avanzato il trattamento non chirurgico non ha effetto o non è indicato. In questi casi il trattamento è prevalentemente CHIRURGICO PROTESICO.
L’evoluzione tecnologica attuale permette di operare un ginocchio gravemente deformato dall’artrosi con l’ausilio di computer e “Robot” chirurgici.
Il chirurgo che si dedica a questo tipo di chirurgia, dopo un adeguato periodo di formazione, mette a disposizione dei pazienti una tecnologia che rende l’intervento di protesi più preciso.
La chirurgia robotizzata è sicuramente un plus valore che si aggiunge alla necessaria esperienza del chirurgico che la utilizza.
Oggi si è in grado di protesizzare con “robot” chirurgici le ginocchia, le anche, le spalle.
Quindi è importante affidarsi a specialisti per un piano terapeutico personalizzato, capace di rallentare la progressione della malattia e migliorare la qualità della vita nelle fasi iniziali dell’artrosi e capace di ottimizzare l’impianto di una protesi avvalendosi delle più moderne tecnologie robotiche.
In OPF vengono svolte visite mediche specialistiche per pazienti affetti da artrosi e sono presenti ambulatori dedicati alla terapia infiltrativa intra-articolare. Sono a disposizione, per l’attività chirurgica, i robot più frequentemente in uso in ambito internazionale.
Realizzato in collaborazione con il Dottor Marcello Lughi,
Chirurgo ortopedico esperto in chirurgia protesica Robot assistita