Come abbiamo visto, tra le cause di una congestione nasale persistente nel tempo (e quindi non legata a problemi come raffreddore o influenza stagionale) figurano i polipi nasali, ovvero piccole formazioni di tessuto che crescono nella mucosa nasale e nei seni paranasali.
Si tratta a tutti gli effetti di escrescenze, che nella maggior parte dei casi sono di natura benigna; possono dipendere da fattori genetici oppure apparire in concomitanza a problematiche flogistiche (infiammatorie) della mucosa respiratoria, in particolare sinusite, allergie, rinite ed asma.
Nonostante sia generalmente indolore, il polipo nasale tende nel tempo ad aumentare progressivamente di volume, ostruendo così il flusso dell’aria nel naso e ostacolando la normale respirazione. Ecco perché è importante individuarlo e trattarlo con l’aiuto di uno specialista otorinolaringoiatra. Ma come?
Se i sintomi che lamenti sono compatibili con quelli di una poliposi nasale (es. congestione, difficoltà respiratoria, occhi che lacrimano, russamento, ecc.) lo specialista ti indirizzerà verso un esame diagnostico in grado di verificare la presenza o meno dei polipi.
Presso l’unità di Otorinolaringoiatria di OPF, specializzata nella valutazione e nel trattamento di patologie nasali, è possibile effettuare una visita specialistica, e contestualmente una fibroscopia, un esame effettuabile ambulatorialmente, di breve durata e generalmente indolore, grazie al quale si possono visualizzare i tessuti interni delle vie aeree e digestive superiori, in particolar modo dei seni nasali e della laringe.
A completamento diagnostico, in molti casi va eseguito un esame radiologico: se fino a qualche anno fa era più comune la radiografia del cranio, attualmente l’esame di prima scelta è la TC ad alta risoluzione, come quella presente a Villa Serena, che consente di ottenere molte più informazioni ed effettuare una valutazione del massiccio facciale senza l’utilizzo di mezzo di contrasto, in tempi estremamente rapidi (pochi secondi) e con ridotta emissione di radiazioni. Per questo, l’esame è indicato anche per soggetti fragili (oncologici oppure anziani con comorbidità).
Oltre alle dimensioni e alla quantità dei polipi nasali, questo tipo di indagine diagnostica è in grado di fornire risposte anche in merito alla loro natura (esistono rare forme maligne). In parallelo o in aggiunta, è possibile prevedere presso le strutture di Ospedali Privati Forlì anche test allergici (come il prick test) per determinare se ci siano allergie alla base dell’infiammazione cronica.
Una volta chiaro il quadro diagnostico, lo specialista ti indicherà la terapia più adeguata, che può essere farmacologica o chirurgica.
Le indicazioni vengono fornite dalla TC del massiccio facciale, che è in grado di chiarire la posizione dei polipi nasali e la loro dimensioni. Alla luce dei dati radiologici, endoscopici ed anamnestici viene fornita l’indicazione terapeutica.
Inizialmente, il percorso è farmacologico, e quindi basato sulla prescrizione di farmaci come:
Lo stato attuale delle conoscenze mediche, della ricerca scientifica e dello sviluppo tecnologico consente anche nelle nostre strutture di effettuare interventi mininvasivi di breve durata. È il caso della chirurgia endoscopica dei seni paranasali (FESS) che si avvale di ottiche endoscopiche, videocamere e strumenti dedicati con cui è possibile intervenire con grande precisione in spazi e superfici anche molto ridotti.
L’intervento si effettua introducendo l’endoscopio nelle cavità nasali, senza alcun taglio della cute, allo scopo di ottenere un'immagine ingrandita delle strutture nasali interne; a quel punto si procede con la rimozione dei polipi nasali ed eventualmente con la correzione della struttura dei seni paranasali, ripristinando un corretto flusso dell’aria nel naso. Non a caso, dopo questo tipo di intervento è possibile avvertire già dalle prime settimane la sensazione di avere il “naso libero”.
L’intervento viene solitamente eseguito in anestesia generale, ha una durata di circa 60 minuti e prevede un ricovero di uno o due giorni nelle nostre strutture; essendo in endoscopia, consente tempi di recupero rapidi e un minor disagio, oltre all’assenza di cicatrici visibili sul volto.
Al termine dell’intervento, per far fronte a un leggero fisiologico sanguinamento (di solito limitato alle prime 24 ore dall’operazione), vengono applicati tamponi riassorbibili e medicazioni che non procurano fastidio al momento della loro rimozione, ben diversamente da quelli che si utilizzavano fino a pochi anni fa. Questa nuova tecnica mininvasiva riduce di conseguenza al minimo anche il ricorso a farmaci antidolorifici, prescritti solo in casi sporadici. Importante è solo prevedere alcuni controlli endoscopici ambulatoriali con lo specialista, a distanza di 1 e 6 mesi dall’intervento, che ne verificano la riuscita e il ripristino della completa funzionalità aerea nasale.
Anche dopo la rimozione chirurgica dei polipi nasali, tuttavia, il rischio di recidiva va tenuto in considerazione: per prevenirne la ricomparsa, si indica di seguire una terapia cortisonica con formulazioni spray. Altri consigli riguardano la qualità dell’aria degli ambienti, che va adeguatamente umidificata; lo stile di vita, con una necessaria limitazione nel consumo di alcolici (che possono peggiorare il gonfiore della mucosa nasale); e l’adozione di abitudini come i lavaggi nasali, da effettuare frequentemente con una semplice soluzione fisiologica.
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