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Non respiro bene dal naso: cosa devo fare?

Prevenzione | Servizi e Specialità • 03 luglio 2022

Come abbiamo visto il naso è un organo con una funzione decisamente importante, anzi due: quella olfattiva e quella respiratoria. Oltre a intercettare i segnali legati agli odori e a trasmetterli al cervello, è in grado di riscaldare, umidificare e depurare l’aria in entrata prima che arrivi ai polmoni. Facile capire quindi come entrambe queste funzioni siano di vitale importanza; come fare allora quando avverti quella spiacevole sensazione di non riuscire a respirare correttamente dal naso?

 

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Per individuare le possibili soluzioni, occorre innanzitutto capire se il problema, che possiamo già definire congestione nasale, ovvero l’accumulo di muco all'interno della cavità nasale e la concomitante infiammazione dei tessuti di rivestimento della cavità stessa, è di natura temporanea o persiste nel tempo.

 

Come trattare i problemi respiratori non persistenti

Le cause di una congestione nasale non persistente possono essere diverse, e vanno ben individuate per scegliere il trattamento più appropriato: può infatti trattarsi dell’effetto di allergie o di una febbre da fieno, così come di un’infezione virale delle vie respiratorie o anche di un banale raffreddore, che provoca a sua volta l'infiammazione della mucosa nasale.

A seconda delle cause, appunto, puoi scegliere se affidarti a farmaci antifiammatori (FANS), paracetamolo e aspirina (per la congestione nasale correlata ad influenza) oppure ad antistaminici (se il naso chiuso dipende da allergie) su indicazione del medico di medicina generale.

Il trattamento del sintomo (il naso chiuso), e non quindi della causa profonda, può essere affidato, anche in abbinamento ai farmaci appena citati, a rimedi naturali (es. suffumigi di sostanze come eucalipto, lavanda, ecc.), a lavaggi a base di soluzione fisiologica o all’inalazione di prodotti a base di acqua di mare o di decongestionanti nasali: disponibili in farmacia senza prescrizione medica, questi ultimi sono nella maggior parte dei casi soluzioni spray che agiscono localmente sulle mucose nasali, liberandole appunto dal muco, e spesso apportano immediato beneficio, ma occorre evitare di prolungarne l’uso nel tempo (oltre 5-7 giorni).

D’altra parte, se dopo questo periodo di tempo il trattamento non ha sortito effetti sulla congestione nasale, occorre ricercarne altrove le cause.

 

Cosa fare se i problemi respiratori persistono nel tempo

In caso la sensazione di naso chiuso sia più frequente di qualche episodio all’anno, ad esempio nella stagione fredda, allora le cause vanno ricercate altrove. Sicuramente il modo migliore per farlo è quello di rivolgersi ad uno specialista in otorinolaringoiatria, che sarà in grado attraverso una diagnosi approfondita di risalire con certezza all’origine del tuo problema.

In certi casi, come per il russamento e le apnee notturne, puoi non essere in grado di accorgerti direttamente dei sintomi, se non attraverso i loro effetti sulla tua vita quotidiana (es. il riposo difficoltoso e la stanchezza diurna); qui dovrà essere chi eventualmente condivide il letto con te, a segnalarti la cosa, affinché tu possa trattarla nella maniera adeguata in un Centro specializzato in disturbi del sonno.

Queste che seguono, sono solo alcune tra le più frequenti cause di una congestione nasale persistente nel tempo:

1) Adenoidi: Si tratta di piccole masse di tessuto linfatico, situate sulla parete posteriore del rinofaringe, che da una parte hanno una funzione di protezione immunitaria, ma dall’altra, in caso si ingrossino a seguito di ripetute aggressioni batteriche o virali (ipertrofia), vanno trattate con terapia medica ed eventualmente chirurgica per risolvere la congestione nasale che ne deriverebbe.

2) Setto nasale deviato: Può trattarsi di una condizione congenita o conseguente a un trauma, ma in entrambi i casi, come abbiamo visto, può impedire, totalmente o in parte, il flusso d’aria attraverso le narici. Per questo, occorre ricorrere a una soluzione che, al giorno d’oggi, si basa sulla chirurgia e, nello specifico, sulla settoplastica: un intervento estremamente diffuso che consente di trattare un setto deviato e che consiste nel raddrizzamento dello stesso, o nella sua rimozione e successivo reinserimento se la deviazione è particolarmente accentuata. Questo tipo di intervento oggi grazie alle tecniche moderne utilizzate a Villa Igea, non prevede l’utilizzo di tamponi nasali, la cui rimozione risultava fastidiosa per il paziente.

3) Poliposi nasale: I polipi nasali sono piccole formazioni di tessuto che crescono nelle vie nasali, e che a loro volta possono dipendere da fattori di varia natura (anatomici, congeniti, meccanici, allergici e immunitari). La diagnosi viene effettuata dallo specialista otorino con il supporto di una TC senza mezzo di contrasto del massiccio facciale che viene effettuata da un macchinario ad alta definizione, che sostituisce la vecchia RX del cranio. Non si tratta di neoformazioni maligne, ma dal momento che possono ostruire il flusso dell’aria nel naso, è consigliabile comunque farli esaminare da uno specialista per valutare la necessità di rimuoverli (scopri qui come lo facciamo noi).

4) Ipertrofia dei turbinati: I turbinati sono sporgenze ossee laterali del setto nasale, rivestite di mucosa respiratoria, che si trovano all’interno delle cavità nasali e che svolgono una funzione di filtraggio, umidificazione e riscaldamento dell’aria. Si parla di ipertrofia in caso di un loro perdurante rigonfiamento, il cui principale effetto è ovviamente la sensazione di naso chiuso. Il trattamento di questa patologia può essere medico oppure, in caso di necessità, chirurgico viene fatto con un intervento chirurgico minimamente invasivo con la tecnica della radiofrequenza, ben tollerato dal paziente e che non richiede l’uso di tamponi nasali.

5) Somministrazione di alcuni farmaci: Prodotti come gocce nasali o spray nasali formulati con ossimetazolina, fenilefrina, xilometazolina, morniflumato o nafazolina possono dare, se assunti in maniera smodata o prolungata nel tempo, un effetto paradosso, ovvero provocare un peggioramento della sintomatologia del naso chiuso.

6) Fumo o agenti atmosferici: Sia il fumo, sia l’inquinamento dell’aria che respiri ogni giorno possono irritare o infiammare le vie respiratorie, compromettendo la naturale funzione di espulsione del muco svolta dal naso, e quindi portando a una congestione nasale. 

 

Non respirare dal naso

 

Si possono prevenire le congestioni nasali?

Nonostante si tratti di una problematica estremamente diffusa (o forse anche proprio per questo), esistono una serie di accorgimenti che possono aiutarti a prevenire le congestioni nasali, eccetto quelle di natura allergica o dovute a fattori congeniti, e che riguardano in sostanza due aspetti: le altre persone e l’ambiente in cui viviamo.

Per quanto riguarda il primo aspetto, le raccomandazioni sono quelle che tanto spesso ti sarai sentito ripetere, specie in questi ultimi anni: lavarti spesso le mani con sapone o usare igienizzanti per le mani a base di alcol, non condividere bicchieri, tazze o posate ed evitare il contatto ravvicinato con persone che non si sentono bene, e che potrebbero essere affette da raffreddore o influenza.

In casa (e per certi aspetti anche in ufficio) puoi adottare altri accorgimenti, come usare un umidificatore e arieggiare bene le stanze; rimuovere vecchi tappeti o moquette che potrebbero contenere allergeni; fare attenzione al contatto con animali domestici, in caso siano questi a provocare i sintomi, cercando di non farli entrare ad esempio in camera da letto; lavare la biancheria da letto ad alte temperature e riporla in involucri di plastica sigillati per evitare il contatto con gli acari della polvere.

 

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