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Cosa sono i turbinati e come funzionano

Servizi e Specialità • 21 settembre 2022

I turbinati (anche chiamati “cornetti nasali” o “conche”) sono ripiegamenti ossei laterali del setto nasale, ricoperti da mucosa: hanno un ruolo fondamentale nel processo di respirazione, in quanto contribuiscono al riscaldamento, alla purificazione e all’umidificazione dell’aria, che penetra attraverso le narici per arrivare ai polmoni.

 

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Anatomia dei turbinati

Per capire cosa siano i turbinati, dobbiamo partire dall’anatomia del naso: si tratta infatti di strutture spugnose interne alla cavità nasale, ricoperte da tessuto vascolare (più internamente) e da mucosa respiratoria (più esternamente). Disposti trasversalmente uno sopra l'altro, i turbinati sono generalmente tre per ogni narice e vengono definiti in base alla posizione.

Quello posto più in alto di tutti è una sporgenza dell’osso etmoidale, ed è quello chiamato turbinato superiore, quindi abbiamo quello medio e infine quello inferiore, che condiziona maggiormente il flusso di aria, a causa della sua lunghezza e volume (può misurare infatti fino a 4-5 cm negli adulti, rispetto ai 2 cm di lunghezza del turbinato superiore).

 

La funzione dei turbinati

Il naso è, di fatto, uno straordinario filtro che depura l’aria che inali, la intiepidisce e la umidifica, in modo che arrivi nelle migliori condizioni agli organi della respirazione. Vediamo nel dettaglio come i turbinati giocano un ruolo fondamentale nel percorso con il quale l’aria, introdotta dalle cavità nasali, arriva alla gola.

Il primo passaggio riguarda le mucose delle narici: l’aria esterna che immettiamo può essere inquinata, satura di sostanze irritanti e di microbi; non solo, potrebbe essere molto fredda, o troppo secca, o ancora troppo umida e calda. Per questo il tuo naso la deve filtrare e modificare, in modo che arrivi alla giusta temperatura e quanto più pulita possibile sino nei bronchi e nei polmoni. È esattamente questo il ruolo della mucosa nasale che riveste i turbinati.

Essendo dotate di “microciglia”, le mucose hanno lo scopo di trattenere le particelle di polvere e i potenziali agenti patogeni, purificando l’aria inspirata; in secondo luogo, grazie al muco prodotto fisiologicamente dal nostro naso, essa viene umidificata. In ultimo, l’ampia rete di vasi sanguigni della mucosa permette di riscaldarla affinché questa possa avere una temperatura adeguata al suo passaggio a livello polmonare, e di ingresso alle vie respiratorie. Riassumendo si può quindi affermare che le funzioni dei turbinati nasali sono quelle di riscaldare, umidificare e purificare l’aria inspirata, regolandone anche il flusso in entrata verso i polmoni.

Oltre all’importanza dei turbinati nel processo di respirazione, questi hanno anche un ruolo immunologico; diversi studi medici dimostrano infatti che l’epitelio respiratorio dei turbinati è sede di cellule del sistema immunitario. Queste garantiscono una difesa efficace contro possibili batteri, virus o altri elementi irritanti (smog, polvere, pollini, ecc.), che potrebbero popolare l’aria che inspiri. Questo processo funziona correttamente e si realizza appieno se il tuo naso gode di perfetta salute e tutte le sue componenti sono in buone condizioni. L'efficienza nelle azioni di riscaldamento, depurazione e umidificazione deriva infatti dalla superficie di contatto che i turbinati mettono a disposizione dell'aria inspirata, prolungandone la presenza nelle cavità nasali.

Tuttavia, può accadere che i turbinati, in particolare quelli più prossimi alle narici si ingrossino, gonfiandosi e ostruendo così il passaggio dell’aria. Ma quali sono le cause del rigonfiamento della mucosa respiratoria dei turbinati?

 

 

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L’ipertrofia dei turbinati

Si parla di ipertrofia dei turbinati in caso di un loro cronico e permanente rigonfiamento, il cui principale effetto è la sensazione di naso chiuso.

Se nelle fasi iniziali la patologia può essere asintomatica, a lungo andare l’ingrossamento dei turbinati tende ad aumentare, e chi è affetto da ipertrofia dei turbinati sviluppa diversi sintomi, quali:

  • ostruzione nasale di una o entrambe le narici, con sensazione di naso chiuso;
  • tendenza a respirare con la bocca;
  • conseguente secchezza della cavità orale;
  • produzione di secrezione di materiale sieroso dal naso (rinorrea, o naso che cola);
  • diminuzione dell’olfatto (iposmia);
  • prurito nasale;
  • alitosi;
  • tendenza al russamento e alle apnee notturne;
  • ipocusia, ovvero riduzione dell’udito con sensazione di ovattamento.

    A distanza di tempo è possibile inoltre che il quadro clinico venga ulteriormente peggiorato dalla presenza di complicanze come sinusite cronica, faringite, tonsillite, sindrome delle apnee notturne, otite cronica, poliposi nasale.

 

Diagnosi e trattamento

L’ipertrofia dei turbinati può essere causata da fattori diversi, come sinusite acuta o cronica, allergie stagionali o rinite allergica (da pollini, acari della polvere, pelo di animali, muffe, ecc.), fumo o eccessivo utilizzo di spray nasali decongestionanti.

Il trattamento per l’ipertrofia dei turbinati è quindi diverso a seconda della causa, e può essere risolutivo se si eliminano i fattori che determinano l’infiammazione. Per questo, se all’origine dell’ingrossamento dei turbinati c’è una sinusite acuta o cronica, andrà per prima cosa curata la patologia all’origine del problema.

In genere l’iter diagnostico che stabilisce la presenza dell'ipertrofia dei turbinati comprende l'esame obiettivo, l’anamnesi e una serie di specifici test otorinolaringoiatrici, per la scoperta delle cause e del grado di ostruzione nasale: tra quelli indicati in caso di ipertrofia dei turbinati, rientrano la rinofibrolaringoscopia, l'esame citologico nasale, la rinomanometria e lo screening allergologico.

Il trattamento della patologia in linea generale si suddivide in due tipologie: la prima è di tipo conservativo, di natura farmacologica. Se questa non si rivela risolutiva o non porta ad un miglioramento evidente della sintomatologia, ci si può orientare per una terapia chirurgica, che oggi è sempre più spesso mininvasiva grazie all’utilizzo della tecnica a radiofrequenza.

 

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