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Citologia nasale, a cosa serve e come la facciamo a Villa Igea

Innovazione e Tecnologie | Servizi e Specialità • 26 luglio 2022

Le congestioni nasali sono, come abbiamo visto, una problematica molto diffusa, legata all’accumulo di muco all'interno della cavità nasale e alla concomitante infiammazione dei tessuti di rivestimento della cavità stessa, e che può avere un carattere passeggero oppure perdurare nel tempo.

 

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Tra le cause più frequenti troviamo allergie, infezioni virali delle vie respiratorie o anche un banale raffreddore, che il più delle volte provocano congestioni di durata limitata nel tempo; ma se sono persistenti, allora può essere il caso anche di valutare cause ambientali o legate a problematiche come adenoidi, setto nasale deviato, poliposi nasale o ipertrofia dei turbinati.

Ma come capire qual è la causa precisa di un’infiammazione tra tutte queste? Tra le metodologie più innovative di diagnostica è possibile oggi ricorrere anche alla citologia nasale. Ma di cosa si tratta?

 

Cos’è la citologia nasale

La citologia nasale è una tecnica in grado di valutare in maniera obiettiva lo stato infiammatorio della mucosa nasale; per questo risulta essere un valido mezzo di diagnosi differenziale, ad esempio tra patologie allergiche, non allergiche, batteriche, virali e micotiche, e di conseguenza, di scelta della terapia più adatta.

In che modo? Attraverso il prelievo di una piccola porzione di materiale cellulare dalla mucosa del terzo medio del turbinato nasale inferiore, previa dilatazione delle narice con uno speculum nasale: una procedura indolore e decisamente rapida, in grado di restituire nel corso della stessa seduta, non appena analizzate al microscopio le cellule prelevate, le informazioni necessarie alla diagnosi.

Si tratta di una metodica che ha conosciuto uno sviluppo piuttosto recente, nel corso del secolo scorso, ma che oggi rappresenta un punto d’arrivo importante in ambito diagnostico, grazie all’accuratezza nei risultati che fornisce.

A chi va prescritto un esame di questo tipo? Sicuramente a coloro che hanno una sintomatologia rinologica allergica (starnutazioni, prurito, secrezioni acquose, difficoltà respiratoria nasale) o che presentino raffreddori ricorrenti o di durata atipica (cioè superiore ai 4-5 giorni); ma anche a tutti i soggetti sottoposti a test allergici cutanei o sierologici che fossero risultati negativi per allergie con sintomi nasali, e a tutti coloro che presentano infezioni ricorrenti delle alte vie respiratorie con o senza complicanze (sinusiti, otiti o faringolaringiti).

Questo esame, infatti, è in grado di diagnosticare molto accuratamente riniti infiammatorie, infettive, vasomotorie o allergiche, così come di rilevare un malfunzionamento del principale elemento di difesa del naso, ovvero le cellule ciliate: un notevole passo in avanti rispetto alla rinoscopia anteriore e all’endoscopia, che si concentrano sull’aspetto macroscopico della problematica, e quindi sull’effetto finale, al contrario della citologia nasale che invece guarda l’aspetto microscopico, e quindi le cause della problematica stessa.

 

Che risultati fornisce la citologia nasale

La diagnostica citologica si basa sul fatto che la mucosa nasale, in un individuo sano, è costituita da quattro citotipi che compongono l’epitelio pseudostratificato ciliato, e non presenta mai altri elementi cellulari.

Il prelievo che si effettua attraverso la citologia nasale, può pertanto far emergere popolazioni cellulari che in condizioni fisiologiche non dovrebbero essere presenti, o l’anomalo incremento di cellule normalmente presenti: due fenomeni che sono “indice” di possibili problematiche.

Ad esempio, in caso di un aumento delle cellule mucipare (produttrici di muco) e di un’anomala prevalenza rispetto alle cellule ciliate, si può trattare di una metaplasia mucosa, ovvero di un paziente che presenta anomale rinorree siero o francamente mucose, spesso in risposta a stimoli ambientali irritanti.

Di certo, grazie alla citologia nasale è stato possibile classificare molte riniti croniche. Oggi infatti abbiamo:

  • rinite non allergica ad eosinofili (Nares);
  • rinite non allergica ad eosinofili e mastociti (Naresma);
  • rinite non allergica a mastociti (Narma);
  • rinite a neutrofili;
  • riniti infettive batteriche;
  • riniti micotiche;
  • riniti virali.

Le riniti non allergiche a cellularità, come si può dedurre dal nome, non sono legate alla pollinazione primaverile o estiva, ma tendono a dare disturbi per tutto l’anno; l’aspetto più importante di queste riniti è la frequente associazione con poliposi nasale e asma, che hanno infatti una maggiore incidenza sugli utenti affetti da queste rinopatie rispetto a chi soffre di quelle allergiche.

Per un inquadramento completo, i risultati della citologia nasale vanno poi abbinati allo studio dell’anamnesi familiare e dello stile di vita del paziente, alla valutazione del calendario pollinico e ai risultati dell’endoscopia otorinolaringoiatria, della tomografia computerizzata del massiccio facciale e dei test allergici. Con questo tipo di monitoraggio è possibile ottenere, a livello ambulatoriale, un ottimo inquadramento delle patologie nasali non solo a fini diagnostici, ma anche terapeutici e di follow up nel tempo.

Il distretto nasale può necessitare infatti di terapie molto diverse tra loro per durata e per modalità di somministrazione, e in questo senso l’analisi quantitativa delle cellule patologiche contenute nel naso e il loro stato di riposo o attivazione (malattia cronica in stato di latenza o in fase acuta) permettono di indicare all’utente una terapia mirata. Inoltre, in caso di malattie croniche, la semplicità e ripetitività dell’esame citologico nasale consentono un monitoraggio costante dell’andamento della patologia, portando ad una ridefinizione continua e precisa dell’eventuale terapia.

 

Risultati citologia nasale

 

La citologia nasale a Villa Igea

A Villa Igea sono disponibili i principali strumenti per la diagnosi e il trattamento delle problematiche respiratorie, tra questi non anche quella per effettuare la citologia nasale. Procedura ambulatoriale e del tutto indolore, non richiede alcuna preparazione né alcun tipo di anestesia, per questo viene effettuata anche nei pazienti pediatrici o in età neonatale.

Una volta effettuata la procedura, lo specialista sarà in grado di giungere rapidamente alla diagnosi, strisciando il materiale raccolto su un vetrino portaoggetti, fissandolo e infine, nei giorni successivi, colorandolo utilizzando la metodica May Grumwald Giemsa. Quindi, si procede alla lettura dei risultati utilizzando un microscopio ottico ad immersione.

 

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