Intervento turbinati: i vantaggi della chirurgia mininvasiva in radiofrequenza
Innovazione e Tecnologie • 14 settembre 2022
Nell’ambito delle funzioni affidate al naso, dalla respirazione alla regolazione dell’aria che viene inalata fino alla percezione degli odori, ci possono essere alcuni ostacoli al suo corretto funzionamento: il più comune è il fenomeno di congestione. Quella fastidiosa sensazione di perenne naso chiuso, spesso accentuata dopo il riposo notturno ed associata a difficoltà a respirare, russamento e/o apnee notturne, stanchezza al risveglio, in alcuni casi può essere trattata con rimedi naturali o semplici lavaggi nasali, ma anche con farmaci specifici in relazione all’origine precisa del sintomo.
Le cause più frequenti sono allergie, infezioni delle vie respiratorie, setto nasale deviato, ingrossamento dei turbinati o anche la presenza di polipi nasali. Per una corretta diagnosi è indispensabile la valutazione di uno specialista otorinolaringoiatra il quale, una volta accertata l’assenza di stati allergici (tramite prick test), può procedere con accertamenti diagnostici come la rinofibrolaringoscopia, l’indagine endoscopica delle vie respiratorie superiori, oppure la citologia nasale, per un‘analisi delle cellule della mucosa nasale in grado di rilevare eventuali alterazioni della sua composizione.
Quando viene accertato che il senso di ostruzione nasale è riconducibile all’ingrossamento dei turbinati (solitamente quelli inferiori), il primo approccio è conservativo e prevede il ricorso a farmaci ad uso topico e/o sistemico, che hanno come obiettivo principale quello di ridurre l’edema della mucosa e l’ipersecrezione nasale migliorando il flusso respiratorio, e che agiscono con tempi di risposta molto variabili, anche fino ad alcuni mesi. In particolare, l’azione è affidata ad antistaminici e cortisonici che mirano a risolvere la sensazione di ostruzione respiratoria e a ridurre l’insieme dei sintomi associati. In qualche caso, la situazione può trarre beneficio anche dalla terapia inalatoria termale e dai lavaggi delle fosse nasali con soluzioni saline sterili.
Turbinati: trattamento chirurgico
Se però la sintomatologia si cronicizza, rendendo vani i trattamenti con decongestionanti nasali, o anche terapie inalatorie, allora per ripristinare il corretto passaggio dell’aria nelle fosse nasali si ricorre ad una riduzione chirurgica dei turbinati.
La scelta del tipo di intervento viene affidata alla valutazione del chirurgo e tiene conto dall’anatomia e delle condizioni generali del paziente: se fino a qualche anno fa l’utilizzo del laser veniva considerata la migliore procedura nei pazienti il cui quadro clinico era circoscritto all’ipertrofia dei turbinati, oggi l’utilizzo della radiofrequenza è di gran lunga la procedura più efficace e più indicata, per la ridotta diffusione di calore e il minimo impatto termico sui tessuti.
Turbinoplastica: la tecnica con radiofrequenza
La turbinoplastica con radiofrequenza è una procedura mininvasiva che permette di ridurre i turbinati senza alcun dolore e con un recupero post-operatorio assai rapido. L’intervento viene effettuato con una lieve sedazione, alla presenza di uno specialista in analgesia, per permettere all’utente di affrontare in completa distensione la procedura e di non avere alcun ricordo del trattamento.Attraverso dei manipoli monouso (estremamente sottili e appositamente sagomati) si attiva la radiofrequenza, che induce una vaporizzazione dei tessuti ad una temperatura particolarmente contenuta (tra i 40° e i 70°C) rispetto alla metodica tradizionale con pinza bipolare, che lavora invece ad una temperatura di 250°, inducendo effetti termici. Questa azione della radiofrequenza decongestiona i tessuti e riduce il volume dei turbinati, lasciandone intatta la superficie.
Solitamente infatti i turbinati non vengono rimossi completamente, proprio per conservare l’anatomia e garantire la più fisiologica funzionalità nasale. In questo modo si scongiura anche la cosiddetta sindrome da naso vuoto, frequente dopo procedure di chirurgia tradizionale, per cui i pazienti, nonostante le cavità nasali siano state liberate e risultino morfologicamente funzionali, avvertono la sensazione di non riuscire a respirare bene (una sorta di effetto paradosso).
Grazie alla radiofrequenza, vengono minimizzati non solo il dolore post-operatorio, ma anche il sanguinamento, proprio perché si agisce ad una temperatura contenuta e si favorisce una immediata coagulazione della zona interessata, escludendo pressoché totalmente il rischio di emorragie post-operatorie, che rappresentano la complicanza più frequente negli interventi nel distretto naso-gola.
Rispetto alle metodiche tradizionali, la decongestione dei turbinati con radiofrequenza bipolare effettuata a Villa Serena, proprio perché non provoca fuoriuscita di sangue e formazione di croste, non prevede una medicazione con tamponi nasali, che sono solitamente mal tollerati e la cui rimozione nella maggior parte dei casi provoca fastidio e, in alcuni casi, anche sanguinamento.
I vantaggi sono pertanto:
- procedura indolore e di rapida esecuzione;
- mininvasività e possibilità di agire con estrema precisione;
- contrariamente alle tecniche laser, si interviene ad una temperatura più bassa, mantenendo l’integrità dei vasi;
- minimo rischio di sanguinamento;
- medicazione non invasiva;
- dimissioni in giornata;
- ripresa delle attività quotidiane entro 24 ore.
Nel caso il paziente abbia un quadro clinico con deviazione del setto nasale, è possibile effettuare in un’unica seduta operatoria con la riduzione dei turbinati anche la settoplastica. In questo caso, la procedura si svolge in anestesia generale, intervenendo completamente all’interno delle cavità nasali e quindi senza lasciare segni esterni, tantomeno cicatrici. Dopo una degenza di una notte, il paziente prosegue nel recupero a domicilio mantenendo una medicazione mininvasiva per qualche giorno abbinata, al bisogno, ad una terapia farmacologica analgesica.
Dopo l’intervento: decorso e cosa aspettarsi
L’intervento di turbinoplastica con radiofrequenza si effettua in day surgery; al paziente è consentito di tornare a casa poche ore dopo la procedura e riprendere le normali attività quotidiane il giorno successivo. I benefici della procedura sono apprezzabili già pochi giorni dopo l’intervento, con l’afflusso dell’aria al naso che viene ripristinato quasi immediatamente. L’utente dovrà eseguire un controllo dopo un mese dall’intervento per verificare il regolare procedere del decorso.
Nel caso poi, a distanza di tempo la congestione nasale si manifesti nuovamente a causa della tendenza dei turbinati ad ingrossarsi, la procedura con tecnica in radiofrequenza può essere ripetuta, proprio per la pressoché totale assenza di controindicazioni.
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