La dispnea, o "respiro corto": parola al pneumologo
Servizi e Specialità • 21 dicembre 2020

La dispnea è una difficoltà a respirare che trasforma un atto respiratorio abitualmente automatico ed incosciente (cioè vissuto senza che il soggetto ne abbia percezione) in una fastidiosa sensazione di “fame d’aria”.
Essendo un sintomo, la dispnea è per definizione soggettiva e dipende pertanto, per qualità ed intensità del disagio arrecato, oltre che dal tipo e gravità della malattia causale anche dalla sensibilità soggettività della persona che la vive. Per questo esistono malattie che, per quanto identiche per tipo e gravità clinica, causano un disagio respiratorio talora anche molto diverso ed intenso da un soggetto all’altro.
Quali sono le cause della dispnea?
Numerose malattie provocano dispnea ed è possibile sistematizzarne una classificazione in base alla sede anatomica e ai meccanismi fisiopatologici interessati dalla patologia che genera il sintomo. La dispnea può quindi riconoscere trovare giustificazione in malattie:
- delle vie aeree superiori
- del tratto tracheo-bronchiale e dei polmoni
- del distretto neuro-muscolare respiratorio
- dell’apparato cardio-vascolare
- dei disturbi metabolici ed ematologici, ecc.
Anche i disturbi appartenenti alla dimensione psicologica emotivo-emozionale e le malattie psichiatriche possono essere causa di dispnea.
Tipologie di Dispnea
La dispnea può presentarsi con due diverse modalità: acuta e cronica.
Dispnea acuta
Corrisponde ad una comparsa improvvisa del sintomo prima non presente per:
- cause polmonari: l’accesso asmatico acuto, l’embolia polmonare, lo pneumotorace, la polmonite, il versamento pleurico;
- cause cardiache: l’infarto miocardico acuto, la rottura delle valvole cardiache, lo scompenso cardiaco acuto con edema polmonare, la crisi ipertensiva, le aritmie cardiache, il versamento pericardico;
- altro: la febbre, la sepsi, l’anemizzazione acuta, la tireotossicosi, gli attacchi di panico, i disturbi d’ansia ed i disturbi psico-somatici, l’astinenza da sostanze stupefacenti.
Dispnea cronica
Corrisponde alla costante presenza del sintomo pur con diversa intensità ed è caratteristico di molte patologie tra le quali:
- cause polmonari: la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) comprensiva dell’enfisema polmonare, l’asma bronchiale cronico, la fibrosi polmonare, i tumori polmonari, le malattie polmonari professionali, l’ipertensione polmonare, la tracheomalacia, l’insufficienza respiratoria cronica da malattie polmonari;
- cause cardiache: tutte le cardiopatie croniche che causano uno scompenso cardiaco cronico;
- altro: l’anemia, le malattie neuro-muscolari degenerative, ma anche la miastenia e polineuropatie tra le quali quella di Guillain-Barrè, l’insufficienza renale, disturbi psichiatrici di tipo ansioso e depressivo, l’obesità e il decondizionamento fisico all’esercizio.
Una particolare modalità di presentazione della dispnea è l’ortopnea, definita come la dispnea che obbliga il paziente a mettersi seduto o semiseduto quando si corica, assai frequente nelle situazioni di scompenso cardiaco sinistro.
La diagnosi della dispnea
Successivamente alla raccolta anamnestica e all'esame obiettivo, gli esami diagnostici che vengono eseguiti in step successivi secondo un ordine definito di volta in volta dal medico pneumologo possono com¬prendere:
- esame spirometrico completo (curva flusso volume di base e dopo broncodilatzione, volumi polmonari statici di base e dopo broncodilatazione, diffusione polmonare per il CO);
- test del cammino per 6 minuti;
- pulso-ossimetria a riposo e/ o emogasanalisi arteriosa;
- emocromo ed esami emato-chimici;
- accertamenti cardiologici (visita cardiologica, elettrocardiogramma, ecocardiografia);
- accertamenti radiologici del torace (radiografia standard, TAC torace HR o con mezzo di contrasto).
Classificazione di gravità della dispnea
In funzione del fatto che la dispnea possa dipendere da cause prevalentemente cardiovascolari o polmonari, sono state redatte due diverse classificazioni in grado di tentare una sorta di “oggettivazione” dell’intensità del sintomo che è, e rimane soggettivo.
La New York Hearth Association (NYHA) classifica la dispnea a genesi cardiaca in quattro classi:
- tipo I: dispnea assente
- tipo II: dispnea per sforzi intensi prima non sufficienti a provocarla
- tipo III: dispnea per sforzi lievi
- tipo IV: dispnea a riposo
Il Medical Research Council (MRC), invece, classifica la dispnea a genesi pneumogena, riferita alle attività umane, in cinque gradi:
- Grado 0: dispnea assente o che compare solo nel corso di sforzi estremi
- Grado 1: dispnea durante cammino veloce o marcia in salita
- Grado 2: dispnea che obbliga a cammino in pianura più lento rispetto agli altri soggetti sani della stessa età
- Grado 3: dispnea che compare dopo pochi minuti o dopo 100 metri dall’inizio della marcia in pianura
- Grado 4: dispnea a riposo o che compare anche solo negli atti della vita quotidiana (vestirsi, allacciarsi le scarpe ecc.).
Terapia della dispnea
Vista la complessità e la moltitudine dei quadri patologici in grado di provocare dispnea, è ovvio che il trattamento della stessa corrisponda al trattamento dei singoli problemi in grado di generarla. Al trattamento causale, specie nelle forme di dispnea cronica, si associano terapie e procedure riabilitative e di riallenamento allo sforzo fisico.
A cura del dr. Marcello Bosi