Per qualunque individuo l’attività fisica in generale, e la pratica di uno sport in particolare, sono sempre associate a benessere (anche mentale), maggior vigore e, auspicabilmente, piacere e divertimento. In taluni casi, come negli sport di squadra, rappresentano anche strumenti di socializzazione, integrazione e, per i più piccoli, crescita e formazione, che vanno ad affiancare ambienti come scuola e famiglia.
Ma lo sport è per tutti? Questa domanda non ha una risposta immediata: in ragione dell’età e delle condizioni fisiche di ciascuno, esistono indubbiamente attività maggiormente indicate ed altre che andranno ragionevolmente evitate. In generale, qualsiasi persona può trarre beneficio dall’attività fisica, anche in fase di recupero da un infortunio o di riabilitazione dopo un intervento chirurgico, ecc.
Importante, soprattutto in questi casi, è però affidarsi a specialisti qualificati per l’impostazione di un adeguato programma di esercizio fisico. In generale, è importante conoscere quali sono i propri limiti e i propri punti deboli, che si tratti di caratteristiche innate o di problemi insorti nel corso del tempo, in modo da non andare ad agire proprio su di loro.
Come detto, non esiste uno sport migliore di altri in assoluto: in generale, gli sport di squadra favoriscono la capacità di fare gruppo, quindi ad esempio nella fase dello sviluppo possono essere preferibili a quelli individuali, se vuoi che il tuo piccolo impari a relazionarsi con gli altri, a rispettare regole e ruoli e a collaborare con loro per raggiungere un obiettivo comune. Ma molti sport di squadra sono anche sport di contatto, ovvero nei quali è previsto il contatto fisico con l’avversario, aspetto che ovviamente aumenta il rischio di infortuni.
Per questo, tralasciando l’età dello sviluppo nella quale molto dipende anche dalle predisposizioni e dagli interessi del singolo (meglio scegliere uno sport che gli piace o che lo supporta nello sviluppo fisico e del carattere, se non ci sono controindicazioni), in età adulta la valutazione va fatta ascoltando il proprio corpo e i segnali che ti dà, o in assenza di problematiche fisiche, alla luce degli obiettivi che ti prefiggi.
Tra questi, i principali solitamente sono tre:
Ci sono poi molti altri sport, come quelli di combattimento (arti marziali, pugilato, ecc.) o di precisione (come il tiro con l’arco o il golf), che possono soddisfare alcuni di questi obiettivi, oltre ad aiutarti a sviluppare tutta una serie di abilità (riflessi, destrezza, concentrazione, ecc.), e per questo risultano altrettanto consigliabili.
Allo stesso modo, la scelta tra sport individuali o di squadra può basarsi anche sul tuo livello di motivazione: tendenzialmente, i primi sono sconsigliati a chi non brilla per costanza e focalizzazione all’obiettivo, perché rischia di non praticarli con la necessaria dedizione, mentre può aiutarlo avere un calendario di allenamenti (ed eventualmente gare) condiviso con un gruppo.
Qui la scelta dipende da te!
Diverso ovviamente è il contesto in caso tu sia reduce da un infortunio o abbia sviluppato negli anni problematiche di qualsiasi natura; in questi casi, la scelta non è libera, ma va effettuata innanzitutto escludendo quegli sport che potrebbero comportare una ricaduta, o comunque un danno prevedibile alla luce delle tue attuali condizioni fisiche.
La corsa, ad esempio, è uno degli sport più praticati in età adulta, anche per la sua immediatezza, che non richiede troppa pianificazione negli allenamenti (prenotazione di spazi, ecc.): un paio di scarpe, maglietta, pantaloncini e via! Nonostante questo, vi sono alcune categorie di persone che dovrebbero approcciarsi con attenzione al running, o non farlo affatto: la corsa, specie se su strada (o ancora peggio, su sterrato), sollecita incredibilmente le articolazioni (ginocchia, caviglia, anca) e la colonna vertebrale in generale, su cui ricadono gli effetti dell’impatto del piede a terra. Chi soffre di problematiche in questi distretti, dovrebbe orientarsi su altre attività. Lo stesso vale per soggetti con problemi respiratori o cardiaci, dovuti ad esempio al sovrappeso, in quanto la corsa è un’attività aerobica ad alto impatto, che stimola fortemente il cuore.
La bicicletta, invece, non richiedendo l’appoggio del piede a terra, è sicuramente più consigliabile a chi ha problemi di schiena, così come alle ginocchia: il movimento in sella è perfetto per il recupero della loro piena funzionalità, a patto di scegliere percorsi pianeggianti ed evitare salite o terreni disconnessi (es. mountain bike). Come avrai capito, infatti, in molti sport è la superficie su cui viene praticato uno dei maggiori fattori di rischio.
Tra tutte le discipline, il nuoto è sicuramente quello che apporta maggiori benefici all’intero organismo, stimolando tutte le articolazioni in un ambiente protetto come l’acqua. Anche qui, però, occorre fare attenzione e qualche distinguo: se stile libero e dorso ti consentono di allungarti con grande benessere per tutto il corpo, la rana va evitata se ginocchia o schiena non sono al meglio. In generale, il nuoto e gli sport in acqua (vedi anche idrobike, che unisce i benefici del movimento in sella) sono perfetti per chi sta effettuando riabilitazione agli arti inferiori.
Tra gli altri sport maggiormente praticati in età adulta, il tennis è quello che richiede sicuramente la maggior preparazione tecnica, oltre che atletica: non ci si improvvisa fenomeni sulla terra rossa o sul cemento, altrimenti il rischio è quello di procurarsi importanti traumi alle articolazioni, ginocchia, o infiammazioni a gomiti e spalle. Per praticarlo occorre avere una buona impostazione di base e riscaldarsi bene prima di iniziare la partita.
Un discorso analogo vale anche per sci e snowboard, con cui molti si dilettano durante l’inverno: chi lo ha iniziato a praticare da piccolo avrà un’impostazione che gli consentirà di evitare traumi alle ginocchia, sollecitate in maniera estrema nei vari cambi di direzione, senza però per questo avere la certezza di ridurre a zero il rischio infortuni.
E per te, quanto è elevato? Scoprilo con noi!