Quando uno sportivo, anche a livello amatoriale, è costretto a fermarsi per un infortunio, qual è la prima cosa che si chiede? Semplice: “Quando potrò tornare a fare sport?”
Il recupero da un infortunio e i tempi di questo percorso sono al centro dei pensieri di tutti coloro che praticano attività fisica. Spesso però non è facile stabilire a priori quanto occorrerà per una completa ripresa, dal momento che questa dipende da molti fattori, non solo fisici, e comunque estremamente individuali.
Tra gli sportivi non professionisti, gli infortuni più frequenti derivano da un’attività troppo intensa o troppo frequente rispetto a quanto il corpo non sia in grado di sopportare. Nasce così la maggior parte dei traumi a livello muscolare, come (in ordine di gravità) contratture, stiramenti e strappi; ma anche quelli a carico delle articolazioni, come tendinopatie, distorsioni e infiammazioni.
Ovviamente, gli sport di contatto vedono nelle dinamiche di gioco e nell’imprevedibilità data dal coinvolgimento di più giocatori, molte più occasioni di infortunio; ma allo stesso modo, è possibile danneggiare muscoli o articolazioni anche in attività individuali come la corsa, il tennis o la bicicletta.
La prima tentazione che tanti hanno dopo un infortunio è quella di ricorrere ad automedicazioni e farmaci antinfiammatori, sperando che il dolore passi nel più breve tempo possibile. Questo può forse accadere in caso di traumi o lesioni lievi, ma il rischio è comunque sempre quello di provocare ulteriori danni o di sottovalutare l’entità dell’episodio, anche semplicemente non comprendendone le cause.
Se è vero infatti che un trattamento rapido e immediato può spesso accorciare i tempi di recupero, è altrettanto vero che senza una precisa conoscenza della materia si rischia di ottenere l’effetto contrario.
Ad esempio, è risaputo che il freddo (es. applicazioni di ghiaccio) è un importante aiuto in caso di traumi: aiuta ad alleviare il dolore e contiene il gonfiore, ad esempio a seguito di un colpo subito o della classica “storta” alla caviglia. Ma guai a utilizzare il freddo in caso di contratture o crampi: in questi casi, è utile ricorrere invece al caldo (impacchi, borsa dell’acqua calda…), che aiuta ad aumentare il flusso sanguigno nella zona interessata, favorendo una migliore elasticità ed estendibilità delle fibre muscolari.
Sul freddo si basa, tra gli altri, il cosiddetto protocollo R.I.C.E., uno dei più diffusi per il trattamento degli infortuni. L’acronimo (inglese) sta per:
Quelli visti finora sono comunque rimedi utili ad alleviare il dolore nelle prime fasi, e non rappresentano certamente una terapia. Per una corretta gestione delle fasi post-infortunio e una ripresa ottimale, è necessario rivolgersi ad uno specialista: questo, a seconda della tipologia di trauma, può essere un medico (fisiatra, ortopedico, neurochirurgo…) ma anche un fisioterapista. Il lavoro di quest’ultimo può poi essere integrato da un mental coach capace di fare riacquistare al paziente fiducia nei propri mezzi, motivarlo nel percorso di recupero e, nel caso di uno sportivo professionista, anche in vista di prossimi obiettivi da raggiungere.
In ogni caso, è sempre tenere bene a mente quali sono gli step di un corretto percorso di recupero da un infortunio:
Più la diagnosi sarà rapida, più ovviamente sarà facile individuare subito il percorso giusto di cure e giungere prima alla ripresa dell’attività: per questo Ospedali Privati Forlì, ad esempio, ha dato vita ad un servizio di Pronto intervento ortopedico per il trattamento, tra gli altri, di infortuni sportivi.
Il fisioterapista non è un medico, ma si tratta di una figura specializzata, che ha conseguito un diploma di laurea attraverso una formazione accademica, una formazione specialistica post-laurea ed è iscritto ad un albo professionale proprio come i medici. È un professionista sanitario in grado di trattare localmente l’area interessata e al tempo stesso fornirti una serie di consigli, buone pratiche ed esercizi per mantenere in futuro un buono stato di salute.
La fisioterapia, infatti, oggi non mira solo alla risoluzione puntuale del problema, ma vuole aiutarti ad acquisire una piena consapevolezza in termini di buone pratiche per il mantenimento del tuo stato di salute.
Ecco perché il fisioterapista opera sia in maniera diretta, tramite:
sia in maniera indiretta,
Tra i trattamenti che il fisioterapista può effettuare, i principali sono:
Terapie fisiche e manuali sono spesso integrate per consentirti di beneficiare dei vantaggi di entrambe in un percorso che mira a ridare alla zona interessata dall’infortunio una piena funzionalità.
Insieme alle terapie effettuate direttamente, come detto, il fisioterapista spesso completa il piano di recupero con un piano di esercizi da effettuare anche in autonomia, a casa (a corpo libero o con l’ausilio di pochi, semplici attrezzi), indicazioni a livello comportamentale (buone pratiche, ad esempio sulla postura in ufficio) consigliando anche eventuali ausili, abbigliamento (es. calzature).
Questa parte “educativa” della terapia è importante almeno quanto quella effettuata direttamente in studio o in palestra con il fisioterapista, perché serve a prevenire ulteriori infortuni, e più in generale a migliorare movimenti e posture nel tuo quotidiano; per questo, è bene seguire con attenzione e costanza i consigli dello specialista, anche per evitare ricadute.
A questo proposito, guarda a cosa abbiamo pensato per te!