Nell’ambito delle funzioni affidate al naso, dalla respirazione alla regolazione dell’aria che viene inalata fino alla percezione degli odori, ci possono essere alcuni ostacoli al suo corretto funzionamento: il più comune è il fenomeno di congestione. Quella fastidiosa sensazione di perenne naso chiuso, spesso accentuata dopo il riposo notturno ed associata a difficoltà a respirare, russamento e/o apnee notturne, stanchezza al risveglio, in alcuni casi può essere trattata con rimedi naturali o semplici lavaggi nasali, ma anche con farmaci specifici in relazione all’origine precisa del sintomo.
Le cause più frequenti sono allergie, infezioni delle vie respiratorie, setto nasale deviato, ingrossamento dei turbinati o anche la presenza di polipi nasali. Per una corretta diagnosi è indispensabile la valutazione di uno specialista otorinolaringoiatra il quale, una volta accertata l’assenza di stati allergici (tramite prick test), può procedere con accertamenti diagnostici come la rinofibrolaringoscopia, l’indagine endoscopica delle vie respiratorie superiori, oppure la citologia nasale, per un‘analisi delle cellule della mucosa nasale in grado di rilevare eventuali alterazioni della sua composizione.
Quando viene accertato che il senso di ostruzione nasale è riconducibile all’ingrossamento dei turbinati (solitamente quelli inferiori), il primo approccio è conservativo e prevede il ricorso a farmaci ad uso topico e/o sistemico, che hanno come obiettivo principale quello di ridurre l’edema della mucosa e l’ipersecrezione nasale migliorando il flusso respiratorio, e che agiscono con tempi di risposta molto variabili, anche fino ad alcuni mesi. In particolare, l’azione è affidata ad antistaminici e cortisonici che mirano a risolvere la sensazione di ostruzione respiratoria e a ridurre l’insieme dei sintomi associati. In qualche caso, la situazione può trarre beneficio anche dalla terapia inalatoria termale e dai lavaggi delle fosse nasali con soluzioni saline sterili.
Se però la sintomatologia si cronicizza, rendendo vani i trattamenti con decongestionanti nasali, o anche terapie inalatorie, allora per ripristinare il corretto passaggio dell’aria nelle fosse nasali si ricorre ad una riduzione chirurgica dei turbinati.
La scelta del tipo di intervento viene affidata alla valutazione del chirurgo e tiene conto dall’anatomia e delle condizioni generali del paziente: se fino a qualche anno fa l’utilizzo del laser veniva considerata la migliore procedura nei pazienti il cui quadro clinico era circoscritto all’ipertrofia dei turbinati, oggi l’utilizzo della radiofrequenza è di gran lunga la procedura più efficace e più indicata, per la ridotta diffusione di calore e il minimo impatto termico sui tessuti.
L’intervento di turbinoplastica con radiofrequenza si effettua in day surgery; al paziente è consentito di tornare a casa poche ore dopo la procedura e riprendere le normali attività quotidiane il giorno successivo. I benefici della procedura sono apprezzabili già pochi giorni dopo l’intervento, con l’afflusso dell’aria al naso che viene ripristinato quasi immediatamente. L’utente dovrà eseguire un controllo dopo un mese dall’intervento per verificare il regolare procedere del decorso.
Nel caso poi, a distanza di tempo la congestione nasale si manifesti nuovamente a causa della tendenza dei turbinati ad ingrossarsi, la procedura con tecnica in radiofrequenza può essere ripetuta, proprio per la pressoché totale assenza di controindicazioni.
Vuoi saperne di più?