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Microbiota intestinale tra prevenzione, ricerca e trattamenti

Prevenzione | Servizi e Specialità • 18 luglio 2024

Oggi parliamo di un organo dall’equilibrio estremamente delicato e difficile da mantenere, con il quale tutti, più o meno spesso, dobbiamo fare i conti: l’intestino. Forse non tutti sanno che alla base di tanti squilibri intestinali c’è un microrganismo, chiamato microbiota.

Insieme al Dott. Enrico Ricci, specializzato in Chirurgia dell’Apparato Digerente ed Endoscopia Digestiva, membro dell’équipe di Gastroenterologia di Ospedali Privati Forlì, approfondiamo il tema del microbiota intestinale.

Cos'è il microbiota?

La parola “microbiota” definisce l’insieme dei microrganismi che risiedono in diverse parti del nostro corpo: ogni organo ha il suo microbiota e ogni persona ne possiede uno, diverso da tutti gli altri, proprio come un’impronta digitale. Nel corso dell’evoluzione della specie umana, gli abbiamo affidato numerose funzioni, tra cui lo sviluppo e l’attività del nostro sistema immunitario. Per questo è stato calcolato che il microbiota del nostro corpo è costituito da numerosissime specie di batteri che in totale possiedono circa 3 milioni di geni.

Gli studi in questo campo stanno evidenziando un numero sempre maggiore di fattori che possono modificare l’identità e l’abbondanza del microbiota, alterandone il fisiologico sviluppo: la dieta materna durante la gestazione, il diabete gestazionale, l’obesità della madre, il ricovero del neonato in terapia intensiva, l’abuso di antibiotici nell’infanzia ma anche altri fattori apparentemente non correlati possono influire negativamente.

Cos’è la disbiosi intestinale?

La disbiosi intestinale è una condizione di squilibrio nella composizione e nella funzione del microbiota. Non è solo un problema di gonfiore addominale o diarrea, che sono sintomi fastidiosi, ma provoca una meta-infiammazione, ovvero una infiammazione di basso grado che può coinvolgere tutto l’organismo, provocando numerose e significative alterazioni del metabolismo e causando malattie cardiovascolari, epatiche e autoimmunitarie come ad esempio la rettocolite ulcerosa o il morbo di Crohn.

Come possiamo preservare il nostro microbiota?

Il Dott. Ricci ci spiega che alla base della prevenzione c’è una dieta adeguata, ridotta in termini di proteine e grassi animali. Un’alimentazione bilanciata, ricca di proteine e fibre vegetali, aumenta nel microbiota la percentuale di Bifidobacteria, Lactobacilli, Eubacteria, Bacteroides e Prevotella, che inibiscono lo sviluppo di meta-infiammazione e delle malattie correlate.

In casi particolari, può essere utile una dieta a basso contenuto di carboidrati fermentabili. I carboidrati incriminati sono: lattosio, fruttosio, fruttani, galattani e polioli. Queste molecole e composti contenuti in diversi alimenti sono scarsamente digeribili o assorbibili nel piccolo intestino.

Il ruolo dei farmaci

L’uso non giustificato di antibiotici è in grado di alterare significativamente la flora batterica del microbiota, riducendone la biodiversità, così importante per un adeguato sviluppo e un corretto funzionamento del sistema immunitario. Allo stesso modo, occorre assumere nella maniera corretta farmaci come i prazoli, efficaci per le malattie dello stomaco, ma capaci di alterare la barriera gastrica ai batteri. Le linee guida più recenti sconsigliano l’assunzione prolungata e continuativa di questi farmaci, che devono essere assunti a cicli di 8-12 settimane con periodi programmati di sospensione.

 

Realizzato in collaborazione con il Dott. Enrico Ricci
specialista in Chirurgia dell'apparato Digerente e Endoscopia Digestiva

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