Utilizzo delle cellule staminali: l'innovativa terapia per l'artrosi
Innovazione e Tecnologie | Servizi e Specialità • 23 ottobre 2023
L’ artrosi è una patologia cronica dolorosa e invalidante che colpisce milioni di persone, e causa l’usura della cartilagine, quel tessuto che ricopre le nostre articolazioni e permette una completa congruenza e scivolamento dei capi articolari.
Vari fattori come il semplice invecchiamento, traumi, sovrappeso, malattie degenerative o anche una non corretta distribuzione del carico possono determinare l’usura della cartilagine e quindi l’artrosi.
Vari sono i comportamenti adottabili per prevenire l’artrosi, ma poche sono le terapie efficaci una volta che tale patologia si è sviluppata.
Nelle grandi articolazioni come anca, spalla e ginocchio la soluzione finale è l’intervento di protesi , che permette di sostituire le superfici articolari compromesse dall’artrosi con la protesi stessa. Tale intervento, soprattutto nei pazienti giovani, si cerca di posticiparlo il più possibile dato che le protesi hanno una durata limitata nel tempo.
Ultima innovazione terapeutica per l'artrosi è invece l’utilizzo delle cellule staminali: tale trattamento nella maggior parte dei casi aiuta a ritardare l’intervento di protesi.
Il trattamento consiste nel prelevare (con una siringa) delle cellule adipose (grasso sottocutaneo addominale), trattarle in maniera adeguata e idonea e iniettarle nel ginocchio (o in qualsiasi altra articolazione) con una semplice infiltrazione.
Il beneficio di tale trattamento è sia di carattere meccanico, grazie all’effetto lubrificante del tessuto adiposo/grasso che riduce l’attrito tra i capi articolari artrosici, che biologico. Le cellule staminali attivano infatti una risposta biologica che ha effetto antinfiammatorio, antidolorifico e stimolante la riparazione cellulare.
Tale trattamento viene eseguito in day hospital, può essere associato o meno a un semplice intervento di artroscopia, viene fatto in anestesia locale e il paziente in genere ha un miglioramento del dolore e della qualità della vita nell’arco di un mese.
Chiaramente tale effetto è direttamente proporzionale alla reale compromissione articolare; non può essere considerato un’alternativa all’intervento di protesi, ma può a volte procrastinare lo stesso ed essere momentaneamente risolutivo nelle condropatie meno avanzate.
Nei casi in cui i pazienti non siano idonei all’intervento di protesi a causa delle scadenti condizioni cliniche generali, può essere l’unica soluzione.
Da quest’anno presso Villa Serena è possibile effettuare questo trattamento anche in convenzione con il sistema sanitario.
Realizzato in collaborazione con il Dottor Carlo Andrea Veronesi
specialista in Ortopedia e Traumatologia