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Ipertrofia dei turbinati, un caso “esemplare” a Villa Serena

Innovazione e Tecnologie | Servizi e Specialità • 23 settembre 2022

L’ipertrofia dei turbinati è, come abbiamo visto, una problematica molto fastidiosa, in quanto rende difficile la respirazione nasale, e di conseguenza spesso anche il sonno. Se l’ingrossamento di queste mucose, che si trovano all'interno di entrambe le fosse nasali e che filtrano l’aria respirata e ne condizionano temperatura e umidità, diventa stabile nel tempo, allora è necessario nei casi più importanti ricorrere a una soluzione chirurgica.


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Nulla di cui preoccuparsi comunque, come vedremo: grazie alle moderne tecnologie disponibili anche a Villa Serena, si tratta di un intervento mininvasivo e indolore, effettuabile in day hospital, con tempi di recupero (per ripristinare una normale respirazione) quantificabili in 7-10 giorni.

 

La paura dell’intervento: la testimonianza di un utente

La premessa sulla tipologia di intervento è d’obbligo in casi come questi, in cui capita spesso che gli utenti cerchino soluzioni alternative (e meno efficaci) pur di evitare il ricorso alla soluzione chirurgica. È il caso ad esempio anche di Antonio, 47 anni, che solo di recente si è rivolto all’équipe di Otorinolaringoiatria di Ospedali Privati Forlì.

Antonio soffriva da diverso tempo di problemi respiratori, tant’è che durante il colloquio con gli specialisti del Gruppo ha rivelato di affidarsi da 10 anni a decongestionanti nasali. Al tempo stesso, però, ha affermato che ultimamente non ne riceveva più gli stessi benefici; in più, essendo un soggetto iperteso, il medico di medicina generale gliene aveva recentemente sconsigliato l’assunzione.

Se quest’ultimo elemento lo ha portato a ricercare finalmente altre soluzioni sbloccando la situazione, è il primo aspetto a meritare un approfondimento: perché non ne sentiva più i benefici? La sua testimonianza conferma che, come abbiamo visto, l’uso prolungato nel tempo di decongestionanti nasali può portare secondo alcuni ad assuefazione, se non al peggioramento della sintomatologia del naso chiuso (effetto paradosso), fino a modifiche della mucosa nasale con un’ostruzione nasale paradossa cronica (rinite medicamentosa), o addirittura a problemi sistemici dell'apparato cardio-circolatorio. La stessa ipertrofia cronica dei turbinati, ovvero il loro perdurante rigonfiamento, può essere causata dall’utilizzo eccessivo o troppo prolungato di spray nasali.

Ecco quindi che, dopo avergli illustrato la situazione, Antonio ha spiegato di avervi fatto ricorso proprio per non doversi sottoporre a un possibile intervento chirurgico e alla conseguente applicazione di tamponi nelle cavità nasali. Anche qui, una credenza da sfatare: diversamente da come accadeva anni fa, quando gli interventi al naso richiedevano sempre la medicazione con tamponi, attualmente in molti casi vengono evitati. Questo vale in modo particolare per la turbinoplastica.

 

Il miglioramento della qualità della vita

Nel corso del colloquio con gli specialisti di Ospedali Privati Forlì, Antonio ha spiegato di soffrire di problemi ormai cronici: la perdurante difficoltà di respirare con il naso ha comportato nel tempo un sonno sempre più disturbato, con un conseguente deterioramento della qualità del riposo e, quindi, della vita. Va sempre ricordato, infatti, che il sonno occupa circa un terzo della nostra esistenza, e che da esso dipendono il recupero di energia dell’organismo, la rigenerazione continua di corpo e mente e il loro dinamismo. Proprio questo peggioramento della qualità della vita ha portato Antonio a considerare non più procrastinabile la ricerca di soluzioni alternative alla sola assunzione di farmaci.

Ad ascoltare il suo caso è stato il dottor Filippo Montevecchi, medico chirurgo con specializzazione in otorinolaringoiatria e chirurgia cervico-facciale, componente anche dello staff del Centro di medicina del sonno di Villa Igea: un professionista di grande esperienza, con oltre 5mila interventi in anestesia generale ed altrettanti in anestesia locale all’attivo in più di 15 anni di attività.

Chirurgo esperto in particolare anche di chirurgia mininvasiva endoscopica nasale, chirurgia della roncopatia e medicina del sonno, chirurgia laser delle corde vocali, chirurgia oncologica, robotica e pediatrica, ha saputo consigliare al meglio Antonio una volta individuato il problema che lo affliggeva, ovvero l’ipertrofia dei turbinati: la soluzione proposta è stata quella di un intervento di turbinoplastica, considerando anche la minima deviazione del setto nasale che gli è stata riscontrata in fase di visita medica. Si tratta, come abbiamo già detto, di un’operazione che si effettua in day hospital, tramite lieve sedazione e senza alcuna medicazione intranasale da rimuovere successivamente.

 

L’intervento e i risultati ottenuti

L’intervento condotto dallo stesso dottor Montevecchi ha portato alla riduzione dei turbinati, e non alla loro rimozione, per evitare il rischio della cosiddetta sindrome del naso vuoto: infatti, asportarli significherebbe modificare la corretta dinamica del flusso d’aria e la sua corretta percezione e, con il tempo, causare disturbi dovuti ad un eccessivo passaggio d’aria attraverso le narici, come sensazione di secchezza nasale, secrezioni nasali che si rapprendono e, paradossalmente, sensazione di naso chiuso nonostante l’ampio spazio a disposizione.

L’intervento è stato effettuato in mattinata, e nel pomeriggio Antonio è potuto rientrare a casa senza accusare alcun dolore post-operatorio. Il dottor Montevecchi gli ha prescritto solamente dei comunissimi lavaggi nasali da effettuare per circa 2 settimane, al fine di mantenere il naso pulito.

Al successivo controllo, Antonio ha comunicato di aver avvertito per le prime due settimane delle difficoltà a respirare bene con il naso, questo per effetto della procedura chirurgica, ma la situazione si è normalizzata dopo circa 20 giorni. Oggi Antonio è tornato a respirare (e a dormire) bene.

Trattandosi di un soggetto allergico, ad Antonio è stato consigliato anche di effettuare periodicamente, una volta all’anno, una visita di controllo: chi è allergico, infatti, può presentare recidive in termini di ipertrofia dei turbinati, ma questo non rappresenta un problema se la situazione viene monitorata. Infatti, dal momento che i turbinati non vengono completamente rimossi, l’intervento di turbinoplastica può essere ripetuto più volte, ad ogni età, senza alcuna controindicazione.


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